“La Sosta del Rossellino è un luogo a parte. Fuori dal caos, dai percorsi standard, fuori dall’ovvio, esattamente come è fuori dalle rotte più battute Settignano. Devi sceglierlo. E se lo fai sei fortunato. La piazzetta, la strettoia e poi l’insegna di un ristorante nato esattamente 25 anni fa, anche se allora serviva solo piatti freddi e se volevi ti riempivano senza problemi un calice di Biondi Santi o un Gaja, tanto per farti capire che si faceva sul serio. Damiano e sua figlia Silvia iniziarono così la loro avventura fatta di ricerca e creatività.

Perchè la Sosta sulla qualità non ti tradisce mai. Come sulle idee: ecco allora le tagliatelle al Sauternes o gli gnocchi col Castelmagno, piatto intoccabile che nel tempo ha tirato su un gran numero di fedelissimi. Perchè poi questo è un luogo romantico e unico, con una veranda affacciata sul verde o sulla notte, nicchia affettuosa per amanti del formidabile trio cibo-vino-sentimento. Tra i piatti vegetariani vale la pena assaggiare la caponatina di melanzane, ricetta originale di nonna Rosa. Sulla carne c’è poco da dire: da sempre alla Sosta si cucina fassone, cioè razza piemontese. Dalla “Fiorentina” al filetto in crosta, arrivando alla tartare, non si sbaglia mai. Grande la varietà dei formaggi, altra passione di casa, così come il Patè de Foie Gras preparato da Silvia.

I dolci sono fatti in casa con il desiderio di regalare al cliente quel qualcosa in più da abbinare a un vino da dessert di grande qualità. Perchè poi la Sosta non ha mai tradito la sua natura di Enoteca. E oggi nella carta puoi trovare una varietà di scelta capace di attrarre tutta l’attenzione del cliente: partendo dal celebrato Piemonte, passando dal Trentino e arrivando a una Toscana che vive fuori dai confini dell’ovvio e già sentito, con una predilezione per giovani aziende che producono vini biologici, biodinamici, o a chilometri zero, come la Fattoria Poggiopiano del Girone. In questi 25 anni Damiano e Silvia hanno vissuto momento esaltanti e periodi meno facili. Settignano è fuori dagli schemi classici e questa non è una scelta pop, ma un’esperienza vera. E sincera. E anche questo fa la differenza”

Repubblica, 30 Aprile 2015

Benedetto Ferrara